Gin Day 2016

Redazione IL GIN.IT
13 SETTEMBRE 2016

 

Il Gin Day 2016 è stato come al solito ricco di spunti interessanti. Quest’anno abbiamo proposto a tutti un gioco dove produttori, distributori e brand ambassador si sono dovuti cimentare a compilare una scheda che li sfidava a raccontare il proprio gin o acqua tonica attraverso poche categorie alle quali attribuire un valore da 1 a 10. Presto scoprirete i risultati prodotti, oggi invece voglio fare una breve panoramica dell’evento. Sapete che poi ogni settimana seguiranno le mie recensioni dei singoli gin.
La domenica abbiamo realizzato un piccolo sondaggio tra i partecipanti al Gin Day 2016 in quanto “appassionati”. In numero decisamente inferiore rispetto agli addetti al settore, gli appassionati hanno tutti dichiarato di preferire informarsi prima su quello che bevono e su dove berlo e quasi tutti accettano consigli solamente dai loro barman di fiducia. In pochissimi sono venuti con l’intenzione di provare qualcosa di specifico, ma in tanti erano interessati a vedere cosa offre il panorama italiano. Per quanto riguarda invece l’evento in sé, per me il momento più emozionante di tutti durante il Gin Day 2016 è stato scoprire che allo stand di Beefeater c’era Desmond Payne, disponibile a dispensare consigli e a raccontare il suo lavoro. Un’occasione da non perdere, poter chiedere a uno dei più importanti master distiller del mondo qualunque cosa! Io personalmente l’ho abbracciato e venerato per un quarto d’ora, facendo foto e chiedendogli di autografarmi una bottiglia di Beefeater 24 prima di fargli qualche domanda. Ci ha raccontato che Plymouth, anche se ha perso la certificazione D.O.C., sta lavorando per avere una protezione ancora più stretta del proprio brand così da essere il solo a poter utilizzare il nome, mentre prima era utilizzabile regionalmente. Desmond ci ha poi spiegato alcuni dettagli del suo metodo di lavoro, ad esempio come lascia in infusione le botaniche per 24 ore prima della seconda distillazione e, infine, ci ha svelato che sta lavorando a un nuovo progetto, per ora segreto. Interessante è stata anche la presentazione alla stampa dell’edizione limitata diPortobello Road Gin “Local Heroes 2” realizzata assieme allo chef stellato Carlo Cracco e a Filippo Sisti, head bartender del Carlo e Camilla in Segheria di Milano. Sisti ha raccontato che l’idea da cui sono partiti è stata quella di fare un gin morbido. Cracco ha pensato di utilizzare l’aneto, quindi, per non coprirne l’essenza, hanno scelto di abbinarvi il pepe di Timut, che ha un sapore che ricorda il pompelmo, al posto delle bucce degli agrumi. Un’altra botanica interessante è la buccia di mango, che normalmente è considerata uno scarto, ma che Cracco, nella sua cucina, ha provato a cuocere velocemente sulla fiamma con un goccio d’olio ottenendo un ottimo risultato. Volevano anche utilizzare l’ananas, ma il risultato non è piaciuto e quindi hanno usato lo Shiso giapponese, una pianta simile al basilico, e il bergamotto per dare un tocco di italianità al gin. Cracco ha raccontato di essere rimasto colpito da come il processo di distillazione sia simile alla composizione dei piatti in cucina, dove devi mettere insieme diversi ingredienti e bilanciarne le quantità per ottenere il risultato. Il nuovo gin è stato presentato come versatile, adatto anche a cocktail molto complessi o particolare, per esempio in Segheria hanno sviluppato una variante dell’eggnog inglese con crema, birra al thè e mostarda di passion fruit fra le altre cose.

 

Per quanto riguarda invece i prodotti che abbiamo provato (o riprovato) volevo innanzitutto soffermarmi sui gin italiani. In questo Gin Day 2016 il gin che mi ha conquistata più di tutti è lo stesso dell’anno scorso: Solo Wild Gin di Pure Sardinia. Nella sua semplicità, con il ginepro come unica botanica, riesce sempre a stupirmi per la ricchezza del suo sapore. Una piacevole sorpresa anche il nuovo prodotto di Pure Sardinia, Doro Aged Gin, un gin invecchiato in botti di castagno per ben 12 mesi, infuso con ginepro, Salvia, Mirto, Lentisco, Artemisia, scorze di limone e arancia.

 

Tra gli altri, oltre a quelli già presenti l’anno passato come Greedy Gin, Gin Più Cinque, Marconi 46, Bordiga, eccetera, abbiamo provato Gin Monticelli, che ha la particolarità di contenere miele di castagno aggiunto dopo la distillazione; Gin Mac Guffin, ricco di sapori e sfumature, dal gusto persistente soprattutto per quanto riguarda le note di cannella e di zenzero; Luxardo Dry Gin, tornato in produzione seguendo la ricetta del Ginepro di Dalmazia creato dalla famiglia Luxardo agli inizi del ‘900; Gin Collesi, con ginepro dell’Appennino e luppolo fra le botaniche; Sabatini Gin, prodotto dalla famiglia Sabatini e uno tra i gin italiani più interessanti del momento; Be Eight Italian Crafy Gin, con una bottiglia dal nuovo packaging; Major Gin, dal Lago Maggiore (con un sapore molto particolare che ricorda il curry) e, infine, Rivo Gin, dal Lago di Como (fresco e balsamico, con botaniche distillate singolarmente), entrambi prodotti con piante locali delle due zone lacustri.Fra gli stranieri abbiamo apprezzato il vichingo Kimerud Gin, dalla Norvegia, con ingredienti organici coltivati in casa; Hven Organic Gin, prodotto in Svezia e contenuto in una bella bottiglia a forma di alambicco chimico; Girò Pink Gin, adatto più a chi non ama il gin dry, ma preferisce le varianti dolci e fruttate, in questo caso alla fragola;Juniper Green Trophy Organic Gin, vincitore del primo premio alla International Wine & Spirit Competition nel 2015 nella categoria London Dry Gin; e infine Le Gin dalla Francia, Copenhagen Dry Gin dalla Danimarca e Siegfried Gin dalla Renania. Insomma, sono davvero tanti e cercherò di approfondire man mano tutti questi brand. A breve comunque seguiranno i risultati delle nostre schede di degustazione dei gin del Gin Day 2016: vi anticipiamo solo che la sfida era raccontare in modo semplice e con parole comprensibili a tutti il gin e che tutti hanno sudato parecchio per farlo al meglio! Enjoy and God Save the Gin!