The guide to the best Italian Gin

Redazione LIFE STYLE SOLE 24ORE
12 MAGGIO 2016

 

Il Gin è il distillato di maggior moda degli ultimi anni e l’Italia si è accodata al gruppo con un po’ di ritardo ma forte della qualità – e quantità – della materia prima necessaria, le bacche di ginepro. Il tempo perso può essere recuperato, e le produzioni infatti stanno aumentando a vista d’occhio. Abbiamo selezionato i 20 Gin più interessanti, ve li raccontiamo nel dettaglio e per ognuno abbiamo creato un cocktail tailor-made che ne risalti le caratteristiche
«Se ti chiedono che cosa vuoi bere, rispondi semplicemente “Gin, grazie”. Lascia perdere limone, tonica, persino il ghiaccio e accetta solo un po’ d’acqua – ovviamente imbottigliata. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno che ti chiederà se è davvero tutto quel che ti serve. Rispondi: “Certo. Voglio assaporare i botanicals”, il che tradotto significa “mi piace il sapore del Gin”». Così parlava, o meglio scriveva, il grande Kingsley Amis, padre di Martin e raffinatissimo romanziere, poeta, critico e bevitore, nel testo fondamentale per chiunque abbia mai sentito la necessità di discernere tra bere e “il bere” – nient’altro che due opposti – , ovverosia Everyday Drinking del 1983 (in italiano Taccuino di un vecchio bevitore, con prefazione di un discreto esperto in materia, Christopher Hitchens).
Chissà se Kingsley direbbe le stesse cose oggi, oggi che è diventato praticamente impossibile parlare univocamente di “Gin”. Non esiste un “Gin”, ma esistono migliaia di combinazioni differenti di botaniche che producono risultati anche enormemente diseguali, di fatto producendo il doppio risultato di rendere più sexy la ricerca individuale del Gin perfetto e contemporaneamente di farti incorrere in orrori gustativi difficilmente dimenticabili.
Delineato il contesto, è tempo di autarchia, quindi qui ci si concentrerà sui Gin di produzione italiana, una nicchia di mercato praticamente inesistente fino a cinque anni fa e che ora invece vanta un buon numero di prodotti, provenienti da diverse parti della penisola, anche in nome del fatto che pochissimi posti al mondo possono vantare una qualità superiore dell’ingrediente principe, e cioè le bacche di ginepro.
Ecco quindi la guida ai migliori Gin italiani – ovviamente a giudizio di IL – e per ognuno un cocktail ideato appositamente da uno dei più bravi ed esperti barman di Milano, Jimmy Marathy del Morgan’s*.

Solo Wild Gin
Gin particolarissimo, senza botaniche aggiunte, solo bacche di ginepro sardo selvatico raccolte a mano e alcol di cereali. Naso pieno, inizio secco per poi aprirsi, in bocca morbido, note di dolcezza con un gradevolissimo finale sapido e secco. Tutta la Sardegna in bottiglia: sole, mare, vento. Un Gin davvero molto buono, a nostro avviso uno dei migliori, ideale per il classico gin-tonic. A breve l’azienda produttrice, la Pure Sardinia di Flavio Porcu, metterà in commercio il DORO Aged Gin, un Gin affinato in vecchie botti di castagno, un prodotto da gustare non miscelato, con botaniche quali mirto, artemisia, salvia e lentisco. Sicuramente da provare
* Midnight (coppa Martini): Gin, rum speziato Kraken, Drambuie, miele

Articolo di Vittorio Blum